InnerSpace

Vito Caiati

Come possiamo definire gli spazi in cui si muove un artista? E rispetto a cosa possiamo pensarli e rappresentare? Kant ha scoperto che il tempo e lo spazio non sono altro che categorie della nostra mente. Dal che si deduce che non sono possibili spazi assolutamente esterni. Dovremmo allora riformulare la domanda e chiederci: in che cosa si differenzia lo spazio interno dell’artista dallo spazio interno dell’uomo comune? Lo spazio dell’artista , è quello creato consapevolmente ed intenzionalmente da una personalità che possiede una natura eccentrica, non livellata sui parametri medi del pensiero e del comportamento collettivi. Uno spazio di chi è esposto al “furto di identità (dell’anima), più di quanto non lo sia una personalità conformista: in lui le immagini e il simbolismo profondo della vita interiore, non trovano rispecchiamento nel mondo esterno. E senza rispecchiamento fra mondo inespresso dell’anima e mondo dell’immaginazione plasmata dai dati sensibili, l’identità può subire danni incalcolabili che vanno dalle svariate forme di devianza psicologica, sino al dolore estremo dell’annullamento di sé. Maria Luisa Tadei, ha dilatato con le sue opere gli spazi interni della sua vita sulla terra: sculture, installazioni, mosaici offrono un rispecchiamento vivido e agglutinante alle immagini e al simbolismo profondo della sua anima. L’elemento che connota i suoi lavori è una bisogno di perfezione, l’aspirazione ad una dimensione aurea. I suoi mondi percorsi da mosaici luccicanti e specchianti, ovvero appiattiti in circonferenze ampie e distese come mappe di sogni da venire, tendono a ricreare uno spazio in cui la materia subisce ulteriori modellamenti da parte di un demiurgo che ora appiattisce pianeti, ora li rende luccicanti per offrirli allo sguardo di uno spettatore e trasmettergli le vibrazioni delle sue emozioni.

Nei medaglioni ottenuti dall’applicazioni di immagini digitali distese su di una pellicola di plastica, scorrono venature che si ramificano e si espandono allungandosi all’interno, per creare profondità virtuali in cui serpeggiamenti di pura energia una volta si condensano in gorghi di luce, un’altra liberano rischiarando sperduti spazi cosmici. “Le mie opere sembrano appartenere ai sogni, sono reminiscenze di un altro mondo…. sono segni dell’assenza universale da cui nasce la vita e il cosmo”. Sono parole della Tadei, che corrispondono all’onda avvolgente delle sensazioni che ci lambiscono quando entriamo nel raggio di influenza delle sue opere in cui i materiali adoperati (plexiglass, polistirolo, vetro e bronzo), assicurano una perfezione diffusa che ci tiene ipnotizzati all’interno di un irresistibile campo magnetico, costringendoci ad un sogno ad occhi aperti.