InnerSpace

Massimo Sgroi

Le funzioni creative dell’arte si traducono in forma nel momento in cui l’art maker funziona da detonatore dell’accadere del pensiero dell’umano; quando cioè, l’artista trova la travagliata forza dentro di sé per divenire catalizzatore della visione assiomatica comune. Le opere di MariaLuisa Tadei sono esattamente questo: strutture installative del pensiero umano. Esse viaggiano su di un effetto shining laddove l’essenza stessa del lavoro non si trova sulla superficie della materia ma traspare dalla “briluccicanza” delle idee. L’apparente contraddizione fra l’immaterialità della visione e la matericità dell’opera diviene forza reale di un lavoro evocativo e malinconico. La perdita del rapporto univoco con la realtà, le complessità dei rapporti con le visioni “altre” della vita, la compresenza di mondi fisici e mondi immateriali sono tutti tratti essenziali della concettualità di MariaLuisa Tadei. Eppure la materia dell’opera suggerisce un rapporto quasi archetipo con la forma dell’arte; i cerchi ricoperti di tasselli a specchio, mosaici dell’iride dell’occhio umano e che espandono la funzione del vedere su tutti i livelli della percezione. Ma è l’uso dell’installazione che modifica sia gli spazi della mostra che quelli interni dell’umano (il concetto di inner space di Ballard) che manifesta il vero progetto dell’artista. Si vede sulla linea che separa il rapporto che gli esseri umani hanno con il loro passato e le visioni del futuro prossimo venturo; mitologie arcaiche dell’homo sapiens sapiens e miti della nuova forma dell’androide, essere che cavalca il loa elettronico per navigare nei mari delle alterità ipertecnologiche. Non serve un computer per rendere l’essenza dei nuovi angeli della matrice; è l’idea che pervade il manufatto artistico che dimostra la potente funzione sociale del creatore di immagini. Nel mondo dell’eccesso di informazione visuale nulla è più trasgressivo di un’opera d’arte. MariaLuisa Tadei usa la propria sensibilità nel modificare la materia per scatenare le percezioni che partono direttamente dallo spazio profondo della mente restituendo allo spettatore la propria capacità di vedere e sentire ciò che è effettiva creazione dell’arte.