Oltre lo Sguardo

Le ultime tendenze dell’arte contemporanea vedono, finalmente, la presenza dell’artista all’interno dei più differenti territori e fra le pieghe urbane meno visibili delle città. In occasione delle festività natalizie la Galleria Patrizia Poggi, in collaborazione con Luminarte e il Comune di Ravenna, ha invitato MariaLuisa Tadei a operare direttamente sugli spazi cittadini, prendendo questo ultimo Natale come pretesto per sensibilizzare la distratta attenzione dei cittadini ravennati.

Lungo la Via Argentario e lungo tutto il mese di dicembre, di gennaio e fino al 22 febbraio, sospesi (ma non leggeri) sopra le moltitudini di teste che percorreranno la strada, non ci saranno le solite luminarie, decorose e decorative quanto basta per mantenere l’animo allegro, disponibile e tollerante.

Al contrario, le classiche decorazioni natalizie verranno sostituite da strane e inquietanti presenze aliene ai più facili contesti e alle semplici aspettative. Quattro dischi in ferro del diametro di 150 cm, ciascuno raffiguranti al loro interno l’immagine di una retina oculare (di proprietà dell’artista), fotografata e manipolata digitalmente con l’aggiunta di cromie accese, vibranti e di chiaro rimando psichedelico.

Una ferma dichiarazione espressiva di MariaLuisa Tadei che sceglie se stessa come materia prima su cui intervenire, ed insieme ad un pacchetto artistico di micro esperienze personali e quotidiane lascia che questi brandelli concettuali di un sé in continua evoluzione aleggino e si installino nella memoria del pubblico.

C’è sicuramente una volontà decorativa nelle scelte operate dall’artista che, nelle sue installazioni scultoree, non solo si confronta con se stessa ma anche con gli stessi spazi che la ospitano ogni volta. Ciò nonostante la ricerca di MariaLuisa Tadei ha origini ben più lontane, rintracciabili fra le metafore e le simbologie di uno spirito in crescita alla costante ricerca di una corrispondenza superiore alla quale contrapporsi in un dialogo estetico ascetico e sublime.

“Divini Vultus” (questo il titolo dell’opera visibile su Via Argentario) aggiunge forze sconosciute di matrice linguistica, estetica e visiva ad un oggetto che nel suo insieme rappresenta una volontà forte della propria fede artistica. I dischi raffiguranti la retina oculare della Tadei sono osservati dal fruitore incapace di ritrovarci alcun riferimento figurativo se non visioni digitali dai colori come il fucsia, l’arancione, il giallo, il verde ma, allo stesso tempo, guardano simbolicamente colui che si soffermerà aprendo a ogni possibile interpretazione.

Non a caso l’etimologia latina del titolo dell’opera “Divini Vultus” corrisponde a sguardo, amplificando una aggiunta metafora contemporanea di una possibile ricongiunzione simbolica con una dimensione altra, infinita, eterna e sovrannaturale. Da qui la volontà della brava gallerista Patrizia Poggi di immettere nella città di Ravenna una sguardo diverso, un’osservazione atipica del nostro presente proprio in concomitanza con la festa religiosa più sentita. L’intera installazione di Via Argentario allunga simbolicamente lo sguardo del pubblico a un ulteriore visione, inducendo in fantasiosi viaggi pirotecnici una sensibilità comune mai come ora confusa e distratta. Alzare lo sguardo su Via Argentario, in occasione di questo evento, significa permettersi di chiudere gli occhi e “guardare” con gli occhi della fantasia, del sogno e della trascendenza spirituale.

Questo preciso atteggiamento estetico/concettuale in bilico fra l’osservazione scientifica e l’evocazione trascendente spirituale sarà ancor più visibile da una quinta presenza collocata sul balcone della Galleria Poggi da cui, dall’esterno, si potrà vedere un altro grande disco, raffigurante sempre una retina oculare stilizzata, realizzato a mosaico. “Incarnazione”, questo il titolo dell’opera, è un grande mosaico bifacciale del diametro di 190 cm, progettato con lo stesso intento di “Divini Vultus”, ma utilizzando una differente tecnica cara alla città di Ravenna. Con la stessa tecnica e gli stessi intenti è stata realizzata anche “Luna dei miei Occhi”, una sfera di mosaico di 100 cm. di diametro, esposta anch’essa sul balcone della galleria.

Grazie alla sapiente ed antica arte del mosaico, la figura scelta crea uno spazio ulteriore interno all’opera, lo spazio dell’evocazione simbolica, in cui il molteplice prende forma lentamente supportato dalle tante tessere che lo compongono. Contemporaneamente la stessa figura opera un capovolgimento estetico in cui le micro particelle si fondono in un’installazione più complessa dove lo spazio interno e lo spazio esterno si fluidificano e si fondono dando vita a sovrastrutture mobili tali da sovrastimolare la percezione dell’insieme.

L’energia interna espressa dalle masse cromatiche e dall’effetto mosaico contrae la visione di insieme, mantenendo vigili e presenti i tratti sospesi ed oscillanti, caratteristici della ricerca di MariaLuisa Tadei.

Questi grandi sguardi circolari, se li osserva per un tempo prolungato, si modificano, si allungano, si accorciano, si contorcono in una danza simbolica di forme, luci e colori nella quale il microcosmo personale dell’artista si fonde con il macrocosmo ospitante, ovvero via Argentario e la stessa città di Ravenna.

Gli spettatori casuali e d increduli troveranno sopra le loro teste qualcosa di più. Una reale compenetrazione di passato e presente, di cultura antica e cultura contemporanea, finalmente a stretto contatto con la città.