Maria Luisa Tadei a colloquio con Lucia Spadano
Come nasce il progetto di mostra “Traiettorie Stellari” e, più in generale, come si inserisce nel tuo attuale percorso evolutivo?
Già nel 2004 avevo fatto una mostra pubblica a Ravenna che si chiamava “Camminando tra galassie”, quindi è una mia costante occuparmi di questi temi. Trovo spesso ispirazione nella natura, nel cielo, nei paesaggi sconfinati dell’universo. Questo nuovo progetto è stato pensato apposta per la galleria Shazar: la preparazione è stata piuttosto lunga, in quanto c’è una scultura in alluminio fuso, composta da 12 “anelli” di diametro diverso, colorati e dai riflessi cangianti, che sono sospesi nello spazio. In questa mostra affronto il tema della leggerezza e della pesantezza, delle opposte qualità che convivono nello stesso spazio.
Ho notato l’uso della stampa fotografica in alcuni lavori di questa personale. La fotografia è un media come un altro per esprimere contenuti o le affidi un ruolo specifico, all’interno della tua attuale produzione artistica?
La fotografia è un mezzo come un altro per esprimere l’idea su cui sto lavorando. In particolare, in questo ultimo ciclo di opere fotografiche, c’è da specificare che la foto è solo l’ultimo passaggio; infatti, tutto il lavoro nasce da una ricerca di tipo pittorico.
Lavori con materiali diversi, alcune dei quali del tutto peculiari nel panorama attuale dell’arte contemporanea (penso all’uso della tecnica del mosaico negli Oculus Dei ed in Octopus, una scultura enorme, recentemente posta dalla tua galleria londinese in Thomas Square): come scegli il materiale da abbinare per un’opera?
Scelgo sempre il materiale in funzione dell’idea che voglio esprimere e realizzare. In particolare, mi piace il mosaico per la sua interazione mutevole con la luce ed anche perché è una tecnica antica,resistente e durevole nel tempo, che si adatta bene a realizzare un certo tipo di opere.
Come prepari i tuoi lavori, da dove parti, come nasce il processo creativo?
Il punto di partenza viene sempre da una ispirazione interna; la realtà è filtrata da quello che penso e sento, ma mi sento di dire che parto sempre da una visione interna……il momento progettuale, i materiali vengono in un secondo momento.
Hai memoria specifica del momento in cui hai deciso di fare l’artista o è stato un processo di maturazione lenta? C’è stato qualcuno o qualcosa di importante che ti ha spinta in questa direzione?
Credo che si nasca artisti e non lo si diventi; continuare a sviluppare questo dono è una scelta che io ho fatto sin da piccola. Nessuno mi ha spinta in questa direzione.
Come vedi il panorama attuale dell’arte contemporanea in Italia? Credi che la crisi stia cambiando le modalità di lavoro degli artisti? Qual è il tuo punto di vista?
Purtroppo, devo dire che la maggior parte delle mostre che ho visto negli ultimi anni non mi hanno entusiasmata, non solo in Italia, ma un po’ ovunque… Se gli uomini pensassero più al loro rapporto con l’infinito andrebbe tutto un po’ per il meglio. In generale, la crisi costringe tutti a comportamenti più coerenti.
Che rapporto hai con gli attori del mercato dell’arte: collezionisti, galleristi, curatori ecc? Sono indispensabili per la riuscita di un’artista o pensi che si possa lavorare in modo soddisfacente, immaginando percorsi alternativi?
Il lavoro dell’artista, se è un buon lavoro, deve essere indipendente e deve potersi difendere da solo. Detto questo, direi che alcuni galleristi e collezionisti si pongono in una prospettiva diversa, chiamiamola pure commerciale, se vuoi, mentre per gli artisti è più importante crescere dal punto di vista del lavoro, sperimentare, ricercare linguaggi espressivi nuovi. A volte, con alcuni critici si riesce ad instaurare un rapporto molto stimolante e, soprattutto, uno scambio di punti di vista sul proprio lavoro. Ma non puoi sempre generalizzare, perché ci sono diversi tipi di galleristi, di curatori e di collezionisti.
Infine, volevo chiederti: qual è o quale dovrebbe essere il ruolo dell’artista in una società mobile e “liquida” come quella attuale?
Ispirarsi alla creazione di Dio e riconoscersi sue creature, non mettersi mai al Suo posto. Al contrario, nella società attuale, l’uomo si sente padrone della vita e della morte, non c’è più rispetto per la creazione divina. A proposito di forme liquide, nelle mie opere scultoree, ma anche in quelle pittoriche e fotografiche, è molto presente l’elemento fluido, il movimento che crea energia e forme, nuove e diverse. Nel mio lavoro, c’è un senso costante di trasformazione e rigenerazione da una forma all’altra, in un susseguirsi ritmato di pieni e vuoti…..ma mi rendo conto che di altro tipo di liquidità si parla.