Pesi leggeri
Mirtha Paola Mazzocchi

MariaLuisa Tadei presenta i suoi primi lavori alla Studio Ercolani di Bologna (inaugurazione il 6 maggio). Il Giardino di MariaLuisa si presenta come un ambiente molteplice dove si può sperimentare soprattutto un senso di leggerezza, piacevole, ludico, femminile.

Cosa presenterai in questa nuova mostra chiamata il giardino di MariaLuisa?
Presento soprattutto delle sculture e delle installazioni. Le sculture, in bronzo, in alluminio e in acciaio, ricordano parti del corpo umano ma, nello stesso tempo, rimandano a immagini che appartengono al mondo della natura. Infatti, sono molto interessata a trovare queste similitudini tra l’anatomia, la biologia, la flora e la fauna. È come il giardino del nostro microcosmo e del macrocosmo che invece c’è all’esterno; io lavoro proprio su questi punti di analogia e di congiunzione. Presenterò anche un video, che appunto si chiama ML e sono delle agiografie del mio occhio. Sono come una rappresentazione di un mondo molto etereo, quasi come se fosse il mondo, il paradiso degli extraterrestri. Il tutto attraverso queste pulsazioni delle immagini a ritmo di musica. Io parto proprio da queste analogie tra il corpo umano e il mondo esterno; questa fotografia del mio occhio era molto simile alle fotografie della terra fatte dai satelliti, di certi particolari del nostro universo. Così ho pensato, che potesse essere un paesaggio, un’anatomia paesaggistica. Partendo da questa idea ho lavorato su questo video e c’è anche della musica che invoglia lo spettatore ad entrare dentro questa particolare dimensione. Una dimensione che è molto eterea, tipica dei mondi immaginari, virtuali anche in rapporto al tema delle tecnologie. Tu fai una ricerca molto importante sui materiali per generare contrariamente un effetto di leggerezza totale. Nei miei lavori c’è molto questa atmosfera di evanescenza, anche se sono pesantissimi materialmente. Le forme però sono molto aeree, come sospese nell’aria. Per esempio ‘Ascensione’ rappresenta l’evoluzione dell’anima, dello spirito, la nostra crescita spirituale dall’alto verso il basso. C’è questo filo di luce, realizzato in fibra ottica all’interno di una rete di tulle, che l’uomo segue come se fosse la voce della propria coscienza. In mostra ci sarà l’opera ‘Sguardi’, da cui proviene anche il video. Prima è nata come installazione con dei tubi di plexiglass con dentro tutti questi sguardi, queste radiografie elaborate al computer.

Cosa ci puoi raccontare del tuo percorso di ricerca estetica, della tua attenzione verso la scultura?
Io non sono legata e dei materiali in particolare, li uso a seconda dell’idea che devo esprimere. Nel mio lavoro c’è anche la quotidianità, ma soprattutto i suoi aspetti straordinari, quasi un mettere in luce i lati straordinari della vita quotidiana. Sicuramente anche l’insegnamento di Kounellis mi ha lasciato qualcosa. La leggerezza invece mi serve per esprimere questa spiritualità, femminilità e intimità.

Che lavori stai facendo adesso?
Adesso sto lavorando su dei sogni perché fin da piccola volevo una macchina che visualizzasse i sogni in modo tale che si potessero vedere quasi come una videocassetta. Ultimamente sto lavorando molto con delle fusioni in bronzo e acciaio.

Ti si potrebbe collocare nella linea di ricerca che lavora sugli ambienti, investendoli di senso?
A me interessa soprattutto far entrare il fruitore in un mondo e quindi lavorando sull’ambiente lo avvolgi dall’interno dell’installazione. Così lo coinvolgi emotivamente. Calvino parlava della leggerezza come una delle parole da portare in questo nuovo millennio.

Nelle tue opere tu come la intendi?
Secondo me la leggerezza è anche un modo di entrare con diverse realtà, di aprirsi, di comunicare con energie diverse però restando se stessi nello stesso tempo. L’evanescenza è in rapporto con la spiritualità, con l’infinito. Quando creo delle installazioni seguo sempre dei ritmi musicali nel modo di mettere le cose, perché così come la musica ha la sua armonia, deve esserci un’armonia visuale.

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